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I'M A TITLE

 

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Definire l'essere di una persona è sminuirla in partenza. Perchè si può identificare una persona con il suo status lavorativo, cosa che per la maggioranza "est sufficit". Per me è una falsa verità, o una mezza verità. Posso dare informazioni su quello che sto facendo ultimamente, ma che ugualmente non stabiliscono chi sono. Posso dire ciò che sono stato.

Imbianchino, bagnino, mezzofondista, impiegato, educatore, calciatore, segretario, bibliotecario, progettista, informatico, giocatore basket, giocatore pallavolo, giocatore biliardo, studente, parcheggiatore, adetto alla sicurezza, contabile, buyer, arbitro, bidello....

Non posso dire ciò che sarò. Ma chi può dirlo? Potrei provare a impegnarmi per diventare ciò che vorrei a meno di fallimenti o deviazioni sempre in agguato.

Ovvero? Chi sono? Cosa faccio? Cosa voglio? Domande impossibili. Per poter dire chi sono, dovrei saperlo io in primis.  Il γνῶθι σεαυτόν (conosci te stesso) di Apollo agli uomini per intimare il riconoscimento della propria limitatezza era monito a non sopravvalutarsi. Per conoscere se stesso bisognerebbe mettere da parte il rapporto percettivo insito nella valutazione.

Ora dunque, tecnico dei telefoni? Si, mi aggrada. Ci vogliono destrezza, precisione, metodo e pazienza e in primis sapere cosa fare. Vedo allineamento tra cosa faccio sui telefoni, con cosa faccio sul tavolo da biliardo. Questo lavoro è molto simile allo sport che pratico. Esiste poi una componente non marginale nella buona riuscita, ovvero l'accortezza di essere cosciente di maneggiare strumenti che riflettono lo stato d'animo del cliente. Ho metabolizzato che il valore dell'oggetto che mi viene consegnato dipende dai ricordi o dai documenti in esso contenuto. Vale di più il poter tornare in possesso delle proprie "emozioni" che non del proprio telefono. Ecco che di fronte ad intoppi, non ho mai preso iniziative, semmai sempre concordato, consigliato e suggerito il da farsi.

Questo in breve il mio lavoro adesso!

 

Riservate ogni giorno un po' di tempo per poter riflettere. Staccate il telefono, chiudete la porta col cartello "Non Disturbare". Ecco per voi il momento più produttivo

"La musica è lo spazio fra le note"

Claude Debussy

Nasco come  Ingegnere Gestionale nel 2005, come uomo nel 1980

Andrea Gentili

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